Formazione

Obiezione. Finisce un’epoca. L’ultimo obiettore non sarà l’ultimo

Hanno segnato un’epoca della nostra storia. Ora con la fine della leva militare, anche loro chiudono. Il 2 dicembre partono gli ultimi. Dopo ci sarà solo il servizio civile.

di Massimo Paolicelli

Il 2 dicembre partiranno per il servizio civile gli ultimi obiettori di coscienza. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2005, con il venir meno dell?obbligo di svolgere una leva militare, viene anche meno la scelta dell?obiezione di coscienza così come l?abbiamo conosciuta fino ad oggi e di conseguenza anche il servizio civile svolto da quei giovani. Il servizio civile non sparisce, anche se ne esce molto ridimensionato, ma quello che rischia di sparire è l?idea di obiezione di coscienza. Non sembra vero ai tanti detrattori di questa scelta, credere di poter mettere in un baule e sbattere in soffitta la passione, le lotte e le speranze dei 758mila giovani che in 32 anni hanno dato un contributo notevole a costruire un Paese più attento agli ultimi, alla natura e ai suoi beni culturali. Giovani certi che il Paese non si difende imbracciando un fucile, ma ricostruendo quel tessuto sociale lacerato, quasi sempre alla base di disagio, tensioni e conflitti. Chi pensa che adesso siccome alla festa della Repubblica militari e volontarie viaggiano a braccetto siano annullate tutte le contrapposizioni tra chi pensa che la soluzione dei conflitti passa attraverso la ragione della forza e chi invece crede nella forza della ragione, ha fatto male i conti. Infatti di obiezione di coscienza si parla e si continuerà a parlare negli anni, anche se viene meno il servizio militare obbligatorio. Anzi l?agire nonviolento deve diventare sempre più incisivo, proprio perché adesso abbiamo forze armate di mestiere. Forze armate proiettate sempre più fuori dai confini nazionali violando palesemente l?articolo 11 della nostra Costituzione, che prevede il ripudio della guerra per la soluzione delle controversie internazionali. Forze armate che costano al contribuente 20.793 milioni di euro l?anno, per pagare e incentivare il personale e per l?acquisizione di sistemi d?arma di dubbia utilità come la seconda portaerei Andrea Doria o il nuovo caccia EF2000. Mentre per il servizio civile si stanziano a malapena 240 milioni di euro. Allora può succedere che anche dei volontari, inviati in dubbie missioni di pace, di fronte a certi comandi poco coerenti, si possano dichiarare obiettori. Ma soprattutto le forme di obiezione possono assumere forme diverse da quella al servizio militare, ma sempre legate a un sistema che si basa sulla guerra, come quella alle spese militari o quella alle multinazionali della guerra per un consumo critico e via dicendo, perché l?obiezione è prima di tutto uno stile di vita. Sono sempre stato convinto dell?idea che il servizio civile e l?obiezione di coscienza siano due facce della stessa medaglia. L?obiezione di coscienza esprime uno stile di vita, un modo di porsi di fronte ai problemi del mondo, leggere i fatti che ci circondano, analizzarli e agire secondo coscienza. L?altra faccia è il servizio civile, un modo di vivere da cittadini del mondo, rimboccarsi le maniche e adoperarsi per cambiare alcune delle anomalie di questo mondo. Se viene meno una delle due parti, l?operato è monco. Se manca il servizio civile si rischia di non mettere in pratica ciò che si denuncia. Se invece manca l?obiezione di coscienza si rischia di diventare le crocerossine al servizio dei potenti, che da una parte devastano il pianeta e dall?altra elargiscono l?elemosina. Per questo penso che il futuro servizio civile volontario non può prescindere dai valori dell?obiezione di coscienza.


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